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Comune di Cellino San Marco
Cellino San Marco
CENNI STORICI
La cosiddetta "tomba a forno" eneolitica rinvenuta all'interno del Bosco Li Veli, è il monumento archeologico principale del territorio di Cellino San Marco. Tuttavia la tomba non è attualmente visitabile perché non più localizzabile e totalmente abbandonata. Nel medioevo il casale principale è stato quello di "La Mea" (oggi una piccola masseria al confine con il territorio di San Donaci): qui si conserva una cappella rurale risalente al XV secolo.
La chiesa di San Marco è stata costruita sui resti di una cappella del IX secolo, tra il XVII e XVIII secolo, all’interno si può ammirare un bell’esemplare di altare barocco ed una statua d’argento di San Marco risalente al 1819. Il castello dei nobili Albrizzi e Chyurlia è stato costruito intorno al XVI secolo ed ampliato nel XVII secolo. Cellino è stata sotto i domini delle famiglie De Fallosa, Noha, Albrizzi, Chyurlia ed altri signori feudatari che la governarono dal medioevo fino al 1806, quando la feudalità venne abolita da Gioacchino Murat e mai più ripristinata dai Borbone lieti di essersi liberati della potente aristocrazia del mezzogiorno.
Durante il risorgimento fu costituita una "Vendita di Carbonari", una setta insurrezinale chiamata "La Plebe al Monte Sacro" ed una sezione della Giovine Italia. Il piccolo centro è un comune della Provincia di Brindisi dal gennaio 1927. Come la maggior parte pianura salentina la malaria ha perseguitato la popolazione dal medioevo sino alla metà del novecento.
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