Comuni
Comune di Francavilla Fontana
Francavilla Fontana
CENNI GEOGRAFICI
Il territorio di Francavilla Fontana si estende prevalentemente in direzione nord-sud ed ha una superficie complessiva di 175,25 km2. A caratterizzare l'agro francavillese, specie nel versante nord, è la presenza di numerosi trulli. L'uso del suolo è estremamente variabile e comprende colture arboree come oliveti, vigneti, frutteti e colture erbacee. I suoli sono calcarei o moderatamente calcarei con percentuale di carbonati totali che aumenta all'aumentare della profondità. Vi è la presenza di calcari dolomitici (in particolare i calcari di Altamura, presenti in tutto il territorio murgiano e risalenti al Cretacico superiore), di calcareniti bioplastiche (calcareniti di Gravina, risalenti al Pleistocene inferiore) e di limi sabbiosi e argille (depositi marini terrazzati risalenti al Pleistocene Medio-Superiore). Classificazione sismica: zona 4 (sismicità irrilevante).
CENNI STORICI
Dalle origini al MedioevoFrancavilla sorge su un'area interessata da insediamenti umani fin dalla preistoria, come dimostrano le tracce di un villaggio a capanne del Neolitico medio (scoperte in località Cadetto). La città iniziò a svilupparsi in periodo messapico, anche se all'epoca non aveva configurazione di città, ma al più vi erano una serie di fattorie. Alcuni studiosi ipotizzano che nei pressi della città odierna possa essersi sviluppata l'antica Rudiae, patria di Quinto Ennio. Nel periodo romano manteneva ancora la forma di piccoli abitati sparsi, i vicus, orbitanti intorno al centro principale di Oria. Dal IX secolo in poi si ha notizia di alcuni casali tra cui quello di Santo Spirito a Sud-Est della città, che iniziarono un lento processo di sinecismo, di fusione cioè tra più piccoli centri per dare vita ad un unico centro di medie dimensioni. Francavilla sorse probabilmente come città vera e propria agli inizi del XIV secolo, per iniziativa di Filippo I d'Angiò, principe di Taranto e signore di Oria, nei dintorni di una villa rustica di epoca romana, costruita vicino al canale Reale (lungo l'antica via Appia), nell'odierna contrada S. Lorenzo. Secondo la tradizione, il 14 settembre 1310, il principe durante una battuta di caccia, rinvenne un'immagine della Madonna col Bambino dipinta su di un muro diroccato vicino una fontana. Attorno al luogo del ritrovamento fece erigere una cappella in segno di devozione, inoltre concesse terre e franchige richiamando molti abitanti dai casali vicini. Nacque così il Casale di Francavilla, il cui nome rimanda al dono delle terre. Il primo fatto storicamente accertato, è la donazione di Francavilla da parte del principe Filippo alla nobile famiglia de Nantolio, poi degli Antoglietta, il 5 maggio 1336. Gli Antoglietta chiesero al principe di poter proteggere la città con mura e fossati, per contrastare invasioni e tumulti che caratterizzavano quel periodo storico. Questo primo nucleo di Francavilla, meglio protetto dal pericolo, cominciò sempre più a popolarsi. Divenne quindi Università, titolo dato a quei centri che raggiunevano una determinata consistenza demografica e importanza socio economica. Nel corso degli anni si succedettero vari feudatari; Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, che iniziò ad erigere le fortificazioni nel 1455 (e che nel 1450 aveva iniziato la costruzione del castello, che nella struttura originaria doveva essere destinato all'alloggio dei soldati). Dal Rinascimento all'età modernaDal 1517 regnò la famiglia dei Bonifacio, che migliorò l'edilizia della città e le condizioni economiche e culturali del popolo; seguirono il marchese di Trevico, il conte Federico Borromeoe il cardinale Carlo Borromeo. Con quest'ultimo arrivò a Francavilla lo spirito della Controriforma, sorsero infatti i conventi dei carmelitani, dei frati minori osservanti, dei cappuccini e degli oratoriani di San Filippo Neri che aprirono la prima scuola pubblica della città. Nel 1569 il cardinale cedette il feudo al re per 40 000 ducati, somma che distribuì ai poveri di Milano. Tutt'oggi è possibile vedere una statua del santo, compatrono di Francavilla, in piazza Umberto I. Il feudo passò così prima a Melchiorre de Herrera e poi al cardinale genovese Filippo Spinola. Nel 1572 il feudo venne comprato dal giovane aristocratico genovese Davide Imperiali; egli fu solo signore delle terre di Francavilla, il titolo di Principe fu ottenuto infatti dal nipote Davide, il vero capostipite degli Imperiali. Con questa famiglia Francavilla visse il momento di massimo splendore:[durante il loro governo, infatti, furono apportati grandissimi miglioramenti, sia nell'urbanistica cittadina, sia nella vita civile finanziando un gran numero di opere pie; nacquero infatti numerose accademie di letterati ed artisti e il nucleo urbano s'ingrandì considerevolmente con la nascita di nuovi rioni, tanto che ci fu l'allargamento della cinta muraria e dal 1715 ebbe inizio la Fiera dell'Ascensione.La dinastia degli Imperiali non durò a lungo, l'ultimo fu il principe Michele Imperiali Junior morto senza discendenti. Il feudo passò quindi al fisco che provvide alla vendita separata dei vari beni decretandone lo smembramento. Nel 1743 Francavilla fu duramente colpita da un terremoto del nono grado Mercalli, insieme a Nardò, che distrusse parte della città e provocò alcune vittime.[33]Francavilla otterrà il titolo di città il 19 aprile 1788 dal Re di Napoli Ferdinando IV. L'Ottocento e il NovecentoL'Ottocento fu percorso da fermenti risorgimentali e da sanguinosi scontri, fino allo sterminio delle varie sette carbonare da parte dell'esercito borbonico. Dopo l'unificazione dell'Italia, la sviluppo della città fu agevolato anche dalla costruzione della ferrovia Taranto-Brindisi. Nel 1864 assunse l'attuale nome di Francavilla Fontana, dall'icona bizantina che raffigura la Madonna della Fontana e a ricordo dell'episodio del principe fondatore. Nel 1871 iniziarono i violenti moti autonomistici di Villa Castelli, che denunciava l'incuria da parte degli amministratori di Francavilla e pertanto ne richiedeva l'autonomia. Ruolo di primo piano nella vicenda fu rivestito dai residenti di Monte Fellone e di Specchia Tarantina, oggi frazioni del comune di Martina Franca, e di Mannara, frazione che tuttora segna il confine con Grottaglie grazie ai quali si raggiunse la quota di 4000 votanti. L'istituzione del nuovo comune fu ufficializzata nel 1926.[38] La perdita di un'importante parte di territorio e l'inizio della seconda guerra mondiale hanno bloccato lo sviluppo di Francavilla e indebolito la sua economia: solo dalla seconda metà del novecento, infatti, ha ripreso un percorso di lento sviluppo.
DA VISITARE
Architetture religiose
Chiesa Matrice L'antica chiesa era già compiuta verso il 1320, e racchiudeva la cripta sottostante, cinta da grate di ferro. Successivamente, nel 1510 si ebbero vari interventi di ampliamento e nel 1517 si compì il cappellone. Dopo il Terremoto di Nardò il vecchio edificio fu abbattuto e al suo posto fu costruita una nuova chiesa, di aspetto tipicamente barocco, che si presenta con una sobria facciata, molto armonica nello sviluppo dei piani, terminante in alto con una stella simbolica. Ai lati vi sono le statue in pietra di san Pietro e san Paolo. La cupola, la più alta del Salento,[40poggia su un tamburo traforato da 8 finestroni. L'interno dalla chiesa è a croce latina con pianta invertita. Al suo interno vi sono tele dipinte dal francavillese Domenico Carella, come Il Miracolo degli ulivi, Il Rinvenimento della Madonna della Fontana e L'ultima cena; oltre alle tele vi sono una scultura lignea del 1778 e varie statue in cartapesta.
Chiesa dei Padri Liguorini Intitolata a sant'Alfonso Maria de' Liguori, fu voluta da Filippo d'Angiò per i frati francescani nel 1322.Nel 1854 i padri di Sant'Alfonso, fallito un primo tentativo di ampliamento dei cappelloni, ricostruirono tutto l'edificio ma non riuscendo a terminare i lavori perché nel 1861 fuggirono dalla città. Abbandonata e ridotta a deposito, solo dopo il definitivo ritorno dei liguorini la chiesa fu restaurata e completata. La facciata ricalca elementi rinascimentali, caratterizzata da due colonne poggiate su alti piedistalli che inquadrano il portale architravato e sovrastato da un alto rilievo raffigurante Sant'Alfonso e compreso in un arco a tutto sesto, e terminata in alto da un timpano triangolare. L'interno, a croce latina a tre navate, è particolarmente ricco di stucchi e fregi dorati. Sull'altare maggiore, insieme con le statue di Fede, Speranza, Carità e Pietà, è collocato il trono, con le otto colonne e la cupola, che contiene la statua di sant'Alfonso. Tutti gli affreschi della chiesa sono di Giovanni Vollono di Napoli.
Chiesa di Santa Chiara Ricostruita nel 1836, dopo l'abbattimento di quella seicentesca a cui era annesso il convento delle Clarisse (visibile ancori oggi parzialmente lungo via Municipio). La facciata, neoclassica, presenta un portale architravato con ai lati due coppie di grandi lesene ioniche, che poggiano su bassi plinti; due nicchie centinate senza statue fiancheggiano la parte centrale. La trabeazione, che reca l'iscrizione Domus mea domus orationis est, è sormontata da un cornicione a dentelli e, al centro, da un timpano triangolare. L'interno, a pianta ottagonale, si caratterizza dal disegno del pavimento in ceramica (risalente al 1840), e presenta quattro altari a nicchia; nell'abside, rialzato, vi è l'altare maggiore sovrastato dalla statua di Santa Chiara. All'interno del tamburo è inserita una cupola, mentre l'abside ha una cupola a cassettoni d'ispirazione cinquecentesca. Nella sacrestia sono conservate le statue portate in processione durante i Misteri, realizzate in cartapesta policroma e risalenti ai secoli XVIII e XIX.[44]
Chiesa di Maria Santissima della Croce Risalente, secondo alcuni documenti, al XIV secolo, l'edificio attuale risale al 1573. Fu ampliata nel 1687 dall'architetto Fra' Nicolò da Lequile, che le conferì la pianta a croce latina a tre navate, includendo, nei bracci della croce, la costruzione originale. La facciata originaria è ancora visibile sul lato ovest dell'attuale costruzione. L'edificio, presenta un'ampia facciata barocca ed un campanile, anch'esso barocco, risalente al 1732. L'interno è arricchito e decorato da numerose opere, tra le quali spicca l'altare maggiore, decorato con sculture in legno raffiguranti diversi santi e che racchiude l'icona bizantina di Santa Maria della Croce, risalente al XIII secolo. Degne di nota anche alcune tele e statue collocate nelle navate laterali, un lavabo seicentesco in maiolica (nella sacrestia), il coro settecentesco con stalli dipinti e, nel refettorio, un affresco di Giacomo Moha. Il convento, annesso alla chiesa, si articola intorno ad un chiostro centrale; ai piani superiori, le celle ed una grande biblioteca con volta a padiglione. Chiesa di San Sebastiano L'ex Real Collegio Ferdinandeo (ora Scuola Media Vitaliano Bilotta) e la Chiesa di S. Sebastiano, furono costruiti dall'Ordine di san Giuseppe Calasanzio: gli Scolopi, dietro munificenza dei principi Imperiali, tra il 1696 ed il 1728. Sia l'esterno che l'interno, ad unica navata, sono di gusto tipicamente barocco. Particolarmente degni di nota gli altari dedicati a San gaetano Thiene e a San Elzeario, caratterizzati da colonne tortili barocche. Il convento annesso, dopo essere stato soppresso durante il napoleonico e murattiano, riaprì nel 1830, col Convitto annesso e nel 1841 venne titolato Real Collegio Ferdinandeo e Scuole di Belle Lettere e Filosofia.Qui venne educata e istruita una nutrita schiera di giovani provenienti dalla regione e dal materano. Negli anni seguenti, a fasi alterne, ospitò il Ginnasio comunale; attualmente nel complesso Ferdinandeo trovasi la Scuola media Vitaliano Bilotta.
Chiesa dello Spirito Santo La chiesa, fondata insieme al convento (oggi non più esistente) dai frati cappuccini intorno al 1560, fu fortemente danneggiata dal sisma del 1743 e ricostruita su disegno dell'architetto Fra' Liborio da Manduria nel 1759. Di fattura barocca, la facciata è ondulata dall'aggetto della parte centrale e l'arretramento dei lati; nella parte terminale, al centro, vi è un orologio. Molto decorato è anche il campanile a vela con bifora e monofora e con volute ai lati. L'interno è a tre navate, ospita poco oltre l'ingresso due acquasantiere in marmo del XV secolo. A caratterizzare l'ambiente interno, inoltre, sono una tela settecentesca raffigurante la Discesa dello Spirito Santo e, più in alto, lo stemma degli Imperiali.
Chiesa del Carmine Essa sorse assieme ad un convento fuori dalle mura nel 1517, grazie ad una comunità di padri carmelitani. La facciata, risultato di interventi settecenteschi, è priva di timpano terminale e, nella parte inferiore, ai lati del portale, reca due nicchie centinate contenenti le statue in pietra dei profeti Elia ed Eliseo, un tempo collocate sull'altare maggiore. L'interno è ad unica navata con transetto preceduto da un endonartece con volta stellata su pilastri quadrangolari; ai lati sono addossati alcuni altari in pietra La maggior parte dell'arredo pittorico risale al XVIII secolo, di cui si segnalano la Visione di san Tommaso d'Aquino e Tobia e l'angelo.
Chiesa di San Giovanni È una piccola chiesa risalente al 1400 (ma con impianto preesistente) situata nel cuore del centro storico della città. La facciata, molto sobria come il resto dell'edificio, è alleggerita dal portale ad arco a tutto sesto con cornice modanata, e da una piccola finestra rettangolare. Il campanile a vela conserva una campana datata 1634. L'interno è composto da un'unica navata e le pareti laterali sono arcate a tutto sesto. Una cornice poco aggettante decorata con rosette, ghirlande e rotoli corre continua al di sopra delle arcate. La volta è a botte, decaorata in chiave da piccoli elementi vegetali scolpiti a tutto tondo. A sinistra dell'ingresso, sostenuta da una colonnina, vi è un'acquasantiera in pietra, datata al XII secolo (appartenente all' antica cappella), baccellata lungo il bordo superiore e decorata sulle quattro facce da fiori, da una rosetta e da una piccola testa antropomorfa. L'unico altare, in carparo, consiste in una mensola sostenuta da due colonnine, con la pietra sacrale recante un'iscrizione. Sulla parete di fondo vi è una nicchia nella quale è collocata la statua in pietra policroma di san Giovanni Battista. Durante i lavori di restauro, su questa parete (che si caratterizza per la presenza i affreschi di elevata fattura datati al XV secolo) si è scoperta la presenza di un arco a tutto sesto, parte dell'abside della chiesa murato probabilmente tra il XVII ed il XVIII secolo.
Chiesa dell'Immacolata Fu costruita subito dopo la proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione, nel 1856, e consacrata dal vescovo di Oria Luigi Margherita il 23 agosto 1869. La sua realizzazione si deve alla munificenza di alcuni nobili. Di tipico gusto neoclassico, la facciata è ripartita da due coppie di semicolonne su lesene di ordine gigante con capitelli corinzi poggianti su alti dadi sporgenti sul marciapiede; è interrotta in basso, al centro, da un portale architravato sormontato da un timpano triangolare sorretto da mensole, al di sopra del quale si apre un lucernario semicircolare, ed è conclusa da un'altra trabeazione a forte aggetto sormontata a sua volta da un timpano triangolare. Sul lato sinistro si eleva un campanile a vela con bifora. L'interno, restaurato nel 1968,[55] è a croce greca; gli originari sette altari sono stati ridotti nel 1968 a tre: l'altare maggiore, realizzato con marmi pregiati, contiene la statua della Vergine Immacolata e reca nel paliotto lo stemma dei Casalini; gli altri due, ai lati, sono dedicati ai santi Medici Cosimo e Damiano e a Maria santissima Assunta in Cielo.
Altre Chiese Sul territorio sono presenti molteplici altri edifici religiosi, tra i più importanti:
Chiesa di San Biagio
Chiesa di San Nicola
Chiesa di Sant'Eligio
Chiesa dei Sette Dolori
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa del Salvatore
Chiesa della Madonna degli Ulivi
Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di Santa Maria dei Grani Architetture civili
Palazzo Argentina L'edificio ha subito alcune trasformazioni nel corso del tempo, ma mantiene comunque le tipicità delle case rinascimentali, tra cui la corte interna, inquadrata da un grande arco intagliato sorretto da colonne (preceduto da un androne di epoca successiva), e nella quale sono visibili le colonne e le due arcate dell'antica loggia, e soprattutto il balcone del 1400, proclamato monumento nazionale nel 1913; sorretto da nove mensoloni, e composto da riquadri assemblati in carparo finemente scolpiti, caratterizzati da decori che rappresentano animali ed altri soggetti a volte fusi con elementi vegetali.
Palazzo Maggi-Scazzeri Costruito dalla famiglia Forleo-Brayda nella seconda metà del XVIII secolo mostra una facciata dalla struttura longitudinale, abbellita dalle decorazioni delle finestre e, soprattutto, dalla balconata e dal portale, adorni di motivi vegetali e antropomorfi scolpiti in pietra. La finestra centrale del primo piano è compresa tra due pilastri, dai quali fuoriescono due putti che reggono canestri, ed è sormontata da un timpano aggettante spezzato, nella cui lunetta figura lo stemma dei Forleo-Brayda.
Palazzo Giannuzzi-Carissimo Tra i più grandi palazzi della città, fu costruito agli inizi del Settecento. Si caratterizza per un'imponente facciata percorsa in tutta la sua lunghezza da una balconata in pietra, decorata da volte, pilastrini, bassorielievi, con al centro due angioletti che reggono una conchiglia. Il pianterreno è decorato dal grande portale racchiuso da robusti pilastri che si congiungono tramite un arco, formando un corpo unico che si stacca dal prospetto e continua al primo piano. Oltrepassato il portale si accede in un grande cortile, percorso da un ballatoio in pietra su mensole, e decorato sulla controfacciata da un loggiato a tre arcate.
Torre dell'Orologio In piazza Umberto I svetta la torre dell'Orologio, edificata nel 1750 dall'allora sindaco Maurizio Giannuzzi. Anch'esso di accezione barocca, ha una mole squadrata realizzata in tufo carparino, ornata in alto da volute. Il coronamento è concluso da un torrino-campanile abbondantemente decorato. Sul settore centrale della facciata che guarda Piazza Umberto I, nel 1878 fu collocata una meridiana, mentre sul lato posteriore che guarda verso Piazza Dante è visibile il vecchio orologio a muro composto da piastrelle maiolicate.
Altri palazzi Tra gli altri palazzi presenti in città, da segnalare:
Palazzo del Sedile
Palazzo Cotogno
Palazzo Marrucci
Palazzo Bianco
Palazzo Basile - di Castri
Palazzo Guarino
Palazzo Caniglia
Palazzo Barbaro Forleo
Palazzo Clavica
Palazzo Salerno
Palazzo dei Procuratori
Palazzo Bottari Architetture militari
Castello Costruito nel 1450 dal principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo nello stesso periodo in cui consolidò la cinta muraria, come alloggio dei soldati e fortificazione.Ingrandito nel 1536 dal marchese di Oria Bernardino Bonifacio, esigue modifiche sono state apportate dai principi Imperiali agli inizi del XVIII secolo, che lo trsformarono nell'aspetto odierno. A pianta rettangolare, circondato da fossato, l'esterno è caratterizzato soprattutto da un loggiato barocco, in pietra, con quattro arcate incorniciate da sculture ed affiancate da semicolonne che sostengono una trabeazione con fregio e con cornicione.[63] Altri elementi decorativi sono la cornice marcapiano, che delimita la parte inferiore da quella superiore e, sulla parte superiore, archetti ogivali e merlatura (quest'ultima che, nel corso dei secoli, ha perso la sua funzione militare). Oltrepassato il portale settecentesco, si accede al cortile, abbellito da un doppio colonnato, da un fonte pedobattista datato al XIV secolo (proveniente dalla distrutta chiesa angioina) e da un ampio scalone a doppia rampa da accesso al piano superiore, nelle cui sale, voltate quasi tutte a crociera, semplice o a stella, trovava posto la pinacoteca di famiglia. Tuttora vi sono tele del XVI secolo, segno del mecenatismo dei Bonifacio e alcuni ritratti risalenti al XVIII secolo (Michele Imperiali (senior) e altri). Nella sala dei ricevimenti è posto un camino lo stemma degli Imperiali.
Mura La costruzione della prima cinta muraria della città fu concessa dal principe Filippo di Taranto il 16 novembre 1364; anche se il loro tracciato è ignoto, probabilmente si sviluppavano nelle immediate vicinanze della chiesa matrice. Nel 1455, il nuovo feudatario, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo decise di sostituire le vecchie mura angioine con mura più solide, grandi ed articolate. Il 16 marzo 1517la Regina Giovanna IV concesse la costruzione di una nuova cerchia muraria più larga, dato che il feudo si era notevolmente ingrandito. L'ultima cerchia muraria fu costruita nel settecento, durante il dominio degli Imperiali. Nel 1838 si ebbe il primo nucleo urbano costruito al di fuori della cerchia muraria, che nel corso di un secolo fu quasi del tutto abbattuta; oggi dell'antica cinta muraria restano solo pochi tratti intorno al centro storico.
Porte Erano i punti d'accesso della cinta muraria cittadina, la loro costruzione avvenne tra il XVII secolo e la prima metà del XVIII. Nel corso degli anni l'espansione della città ha portato ad un progressivo abbattimento delle porte, lasciandone ai giorni nostri solo tre. La Porta del Carmine, edificata dagli Imperiali tra il 1630 ed il 1656,[ è fortemente monumentalizzata e la struttura a tre fornici la avvicina ad un arco di trionfo; è forse quella che riveste la maggiore importanza storica, nel corso dei secoli è stata infatti teatro delle esecuzioni capitali e di scontri armati tra i francavillesi e le popolazioni limitrofi. La Porta della Croce e la Porta dei Cappuccini risalgono invece al XVIII secolo, entrambe costituite da un unico fornice si caratterizzano, la prima, per l'utilizzo del bugnato come rivestimento murario, la seconda, per il timpano semicircolare che la sovrasta. Altro
Piazza Umberto I È il luogo centrale dell'attuale tessuto urbano, crocevia delle principali direttrici cittadine. La piazza era l'antico "Foggiaro" cioè il luogo delle fogge, cisterne interrate dove venivano depositate le derrate alimentari.Dell'antica piazza oggi restano i portici, risalenti al 1750, con ai quattro angoli le statue di sant'Irene, san Carlo Borromeo, della Verigine Immacolata e della Madonna della Fontana. Inoltre è sovrastata dalla torre campanaria, risalente al 1750, alle cui spalle si apre Piazza Dante.
Via Roma Un tempo chiamata via Carmine,è una delle vie più rappresentative del centro antico; inizia dalla Porta del Carmine e termina in Piazza Umberto I. Su questa strada si affacciano i più grandi palazzi storici francavillesi risalenti perlopiù al Seicento e al Settecento.
Via Michele Imperiali È una delle strade più lunghe e antiche della città. Inizialmente arrivava fino all'incrocio con Via Regina Elena, ma successivamente è stata prolungata fino al convento dei Carmelitani.
Via San Giovanni È il fulcro del centro storico (le prime case del borgo medievale si sono sviluppate intorno a questa strada) e si snoda da un lato di Piazza Dante sino a via Municipio, esattamente di fronte all'ingresso principale del castello. Lungo questa via si aprono numerose stradine e vicoli.
Corso Umberto I Anticamente nota come via Castello, fiancheggia la parte più antica del centro storico e conduce direttamente all'omonima piazza. Su di esso si affacciano il lato est del castello, oltre a vari palazzi barocchi e neoclassici, tra cui il palazzo Maggi-Scazzeri. Siti archeologiciLungo la strada che conduce al vicino centro di Ceglie Messapica, a 8 km dal centro abitato, si trova una delle numerose specchie presenti nel territorio: la specchia Miano. È una tipica costruzione messapica in pietra a secco, ancora ben conservata. Ha pianta circolare di circa 20 metri di diametro ed è alta 11 metri, è costituita da sei gradoni concentrici di varia altezza, che dovevano terminare con una torretta. È ancora incerto se questi megaliti fungessero da monumento sepolcrale o da torre di vedetta. Resti archeologici di necropoli messapiche sono rintracciabili in varie contrade. Inoltre, a pochi chilometri dal centro abitato, si trovano resti di insediamenti rupestri religiosi utilizzati dai monaci bizantini basiliani. I meglio conservati sono la cripta di San Lino, situata nei pressi della masseria Caniglia, lungo la strada che porta a San Vito dei Normanni e avente affreschi di santi dipinti tra il XV ed il XVI secolo e la cripta di Santa Croce, che si trova sotto la cappella dell'omonima masseria, anch'essa con tracce di affreschi e databile al XII secolo. Aree naturali
Giardini pubblici La villa comunale è la più grande area verde della città. È compresa tra viale Vincenzo Lilla e la parallela via Luigi Raggio, coprendo un'area di circa 28.500 m².All'interno vi sono numerose varietà di alberi e piante (tra cui alcuni esemplari di querce e lecci secolari), un parco giochi per bambini ed un teatro aperto costruito in epoca recente. Nel 1969 fu scoperta una tomba messapica risalente al IV-III secolo a.C.
Parco comunale Bosco Bottari Nei pressi della provinciale Francavilla-Ceglie si estende, su una superficie di 32 ettari, l’area del Parco comunale Bosco Bottari, incluso nella lista dei Siti di Importanza Provinciale. Il bosco è interamente delimitato da muri a secco ed è distribuito su un territorio omogeneo, di natura rocciosa, con dislivelli dovuti alla presenza delle caratteristiche lame. Vi vegetano alberi quali il leccio, il fragno e la roverella, tre delle dieci specie di quercia osservabili in Puglia. Il sottobosco, molto ricco e variegato, è caratterizzato dalla presenza degli arbusti tipici della macchia mediterranea; abbondano la fillirea, l’oleastro e il lentisco, e sono presenti diffusamente anche l’alaterno, il terebinto, il mirto, il perastro, il biancospino, il viburno ed il prugnolo. Tra gli altri boschi presenti nel territorio, degno di nota è il Bosco Monacelle: si estende su una superficie di 10 ettari ed è composto da abbondante macchia mediterranea.
Grotte Essendo su un terreno carsico, il territorio francavillese presenta numerosi fenomeni carsici. Lo testimoniano le numerose grotte di grandezza medio-piccola presenti su tutto il territorio. Tra le più conosciute e studiate dagli speleologi vi sono la grotta Specchia Tarantina e la grotta Bax; pur non essendo abbastanza grandi, hanno una struttura piuttosto complessa: Specchia Tarantina è divisa in cinque camere, che si aggirano tra i 10 ed i 20 metri di profondità. La grotta Bax, situata nell'omonima contrada, è più piccola e raggiunge una profondità massima di 7 metri. In entrambe le grotte sono stati scoperti segni di frequentazione umana durante il periodo Preistorico. Inoltre si registra la presenza di inghiottitoi, lame e voragini. Tra queste, degne di nota sono la lama di Drago, la voragine di Palmo.
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diFrancavilla Fontana
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