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Comune di San Vito dei Normanni
San Vito dei Normanni
CENNI GEOGRAFICI
Il comune sorge nella parte nord-orientale della pianura salentina, non distante dalla valle d'Itria. La morfologia del territorio è pianeggiante, solo leggermente ondulata al confine con i comuni di Carovigno e Ostuni. È situato a 9 km dalla costa adriatica, l'approdo più vicino è lido Specchiolla[3], storica residenza marina dei sanvitesi. Inoltre San Vito dista 5 km dal centro visite del parco di terra e di mare di Torre Guaceto, sito in Serranova, 9 km dalla spiaggia della riserva naturale, raggiungibile a piedi o in bicicletta, (punta Pennagrossa), e a 12 km dalla torre sul mare che dà il nome all'area protetta. Il mar Ionio si trova invece a circa 45 km. La sua altitudine è intorno ai 100 m s.l.m. precisamente tra 57 e 146 metri. Il punto più alto del centro urbano si trova nella contrada Castello d'Alceste, 119 m s.l.m.
CENNI STORICI
L'origine di San Vito è controversa. Reperti archeologici con i resti di trenta sepolture e varie ceramiche datate 1800 a.C. - 1700 a.C. in località Mondescine, attesterebbero che la zona era abitata già durante l'età del bronzo. Inoltre, recentemente sono stati ritrovati insediamenti preistorici (XVIII- IV secolo a.C.) nelle contrade Castello e Paretone[8]. Il borgo del centro invece risale al Medioevo (fine del X secolo) presumibilmente ad opera di una colonia di Schiavoni o Slavoni (emigrati dalla Slavonia, regione orientale della Croazia) scampata alle persecuzioni dei Saraceni, i quali decisero di stanziarsi nei fertili territori di San Vito fondando “Castri Sancti Viti”. Altri studiosi ritengono che la città sia stata fondata dal normanno Boemondo d'Altavilla (1050 - 1111 d.c.), figlio di Roberto il Guiscardo, il quale, per assecondare il suo amore per la caccia, ordinò la costruzione della torre quadrata, ancora oggi esistente. Il piccolo borgo originario si accrebbe sul finire del Medioevo quando la torre normanna garantiva la sicurezza e molti coloni da casali vicini si trasferirono a San Vito per sottrarsi ai continui attacchi dei Saraceni. Questa relativa tranquillità diede anche l'opportunità ai Sanvitesi di sviluppare i traffici commerciali e dominare sul territorio circostante. Fu solo nel XV secolo che l'antico casale venne organizzato a Comune, anche se continuò l'organizzazione feudale e l'asservimento regio. Il comune appartenne agli Altavilla, successivamente ai Sambiase, poi a Raimondo Orsini Del Balzo e quindi ai Dentice di Frasso. Dal XV secolo in poi il paese cominciò ad ingrandirsi, occupando man mano le zone circostanti, estendendosi verso nord e verso est. Nel 1484 fu saccheggiata dai Veneziani. Nel 1571, durante le Crociate, un manipolo di Sanvitesi prese parte alla battaglia di Lepanto contro l'Impero ottomano; al ritorno in patria in onore della vittoria conquistata, venne costruita la chiesa Matrice, per poi dedicarla quindi alla Madonna della Vittoria. Nel 1799 la popolazione aderì agli ideali della Repubblica Napoletana; nel corso dell'Ottocento la città fu sede di vari circoli aderenti alla carboneria. Durante il Ventennio fascista conobbe un notevole sviluppo urbanistico: furono edificati molti importanti edifici come la scuola elementare I Circolo con la pineta cittadina, la sede del Municipio, e il palazzo delle Poste italiane. Nel 1927 venne istituita la provincia di Brindisi nella quale rientra San Vito. Nel 1943 ospitò re Vittorio Emanuele III il quale cercava di sfuggire agli eventi di Liberazione, ripiegando a Brindisi con il governo del maresciallo Pietro Badoglio. Nei primi anni sessanta L'industria petrolchimica che si aggiungeva alle imprese meccaniche e aeronavali di Brindisi hanno assorbito molti lavoratori sanvitesi, trasferendoli dal lavoro nei campi alla catena di montaggio. L'apertura della San Vito Air Station in un punto strategicamente nevralgico durante la Guerra Fredda, poi ridimensionata e chiusa con la caduta del muro di Berlino, ha contemporaneamente creato lavoro tra i locali e accolto migliaia di lavoratori americani. Oggi San Vito conosce un processo di terziarizzazione dell'economia e punta sullo sviluppo e la commercializzazione di prodotti locali di qualità, nonché usare le risorse del territorio per sviluppare il turismo. Simboli . Lo statuto comunale[10] descrive lo stemma della città in questo modo: Lo stemma cittadino raffigura un cane che porta in bocca un ramoscello di olivo, simbolo di pace. Il ramoscello d'ulivo allude non soltanto al fatto che San Vito è stata dichiarata "città della pace", ma rappresenta anche quella risorsa più preziosa e importante per l'economia brindisina: l'olio. Sullo sfondo, una torre, che rappresenta la prima struttura costruita nel borgo medioevale.
DA VISITARE
Architetture religiose . Chiesa di Santa Maria della Vittoria . Santa Maria della Vittoria, chiamata in città semplicemente la "chiesa Madre", è l'edificio sacro più rilevante della città. Presenta un impianto a croce latina con tre navate, transetto e un profondo presbiterio. All'interno vi si possono trovare pregevoli tele come l'icona della Nikopeia, raffigurante la Vergine che annunzia al Papa Pio V la vittoria sui Turchi, e una statua d'argento che rappresenta San Vito. Sul lato destro della basilica vi è la Porta Santa, aperta nell'ottobre 1995 in occasione delle celebrazioni per il quarto centenario della chiesa, dando inizio all'Anno Santo Giubilare della Chiesa, occasione per presentare anche il nuovo altare in legno, opera, insieme a tutto l'arredo del presbiterio, di Flavio Pancheri. Il 26 ottobre 1996, papa Giovanni Paolo II, nel corso di un'udienza speciale calla Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, ha incoronato solennemente l'icona della Madonna Nicopeia. Lo stesso pontefice ha proclamato la chiesa Basilica pontificia il 30 dicembre 1998. La Basilica annovera, tra il suo ricco patrimoni di statue e tele, tre statue del Santo Patrono Vito Martire, rispettivamente in argento, in cartapesta e in legno. La prima è possibile vederla solo nella ricorrenza del 15 giugno, quando ha luogo una solenne processione cittadina per le vie del centro storico. Quella lignea è la più utilizzata e la si espone in varie occasioni dell'anno. Chiesa di San Giovanni Evangelista . San Giovanni presenta tutta la prorompenza del barocco. La facciata, movimentata da quattro lesene con capitelli corinzi, è in pietra leccese, molto morbida che permette suggestive decorazioni. Nella chiesa vi sono sei tele pregevoli di cui due inserite in una struttura lignea comprendente cornice e baldacchino, le altre quattro sulle pareti laterali, sono del leccese Serafino Elmo. La chiesa, ormai sconsacrata, fu "venduta" dalla famiglia Dentice di Frasso alla cifra simbolica di 10.000 lire al Comune di San Vito. Oggi è perfettamente ristrutturata e ospita mostre e incontri culturali. Chiesa Santa Maria degli Angeli . La "Chiesa vecchia", fu costruita intorno al XV secolo. Successivi interventi sono avvenuti nel 1696 e nel 1763. Presenta una semplice facciata, contrassegnata da sei lesene con un'elegante portale ed una finestra ovale con cornici aggettanti. Nei suoi interni degni di nota sono gli altari laterali in pietra, l'altare maggiore in marmo policromo, un Crocifisso in legno del XVI secolo e una tela del 1809 realizzata da Domenico Carella. Chiesa di Santa Maria della Mercede . "La chiesa di san Francesco" risalirebbe al 1735 e fu voluta dal principe Fabio Marchese Belprato. Sul finire dell'ottocento, con la venuta dei Padri Mercedari, fu ingrandita notevolmente con una cupola, il presbiterio e un annesso convento. La facciata presenta quattro lesene con capitelli ionici, due nicchie in cui sono collocate le statue della Madonna della Mercede e di San Francesco da Paola. All'interno si può ammirare un coro in legno di gran pregio, i candelabri in ferro battuto e la statua, sempre in legno, di San Francesco. Chiesa di Santa Maria delle Grazie . Il "Convento" è così chiamato dai sanvitesi perché, sino al 1868, confinante con il convento dei Frati Minori Francescani. Fu costruita nel 1586 per volere del principe Lucio II Palagano, con un'unica navata. Poi, con un successivo intervento nel 1700, ne fu aggiunta una seconda, e nel 1898 una terza. La facciata è molto sobria, presenta solo il portale e due finestre centrali. Negli interni, si possono ammirare nove altari laterali in pietra e delle tele raffiguranti la Crocifissione e l'Immacolata. Inoltre, nelle navate laterali, vi è la Pietà, di un autore ignoto, la Provvidenza e San Salvatore da Orte[non chiaro], dell'artista francescano locale Fra' Giacomo da San Vito. Chiesa dell'Annunziata . Detta anche chiesa di San Domenico a causa della presenza del vicino convento dei Domenicani fino al 1809. La chiesa fu edificata intorno al 1584 su un suolo donato da un devoto, presenta una facciata cuspidata con due lesene laterali, una finestra centrale e un prezioso portale opera di qualche scultore locale. Nel 1984 il crollo di due navate causò la chiusura per restauro che durò un decennio. Oggi, ricostruita grazie all'aiuto dei fedeli, è riaperta al culto ed è possibile ammirare i sei altari laterali, in pietra, del settecento e l'importante tela del 1769 che ritrae l'Annunciazione, realizzata dall'artista Domenico Carella. Tra le varie statue presenti nell'edificio si segnalano due trespoli settecenteschi della Madonna: un'Addolorata, molto espressiva, ed una Madonna del Rosario, titolare di un'omonima confraternita che da secoli opera in questa chiesa. Degno di nota è poi un Sacro Cuore in cartapesta dell'artista leccese Manzo, autore di alcuni Cristi dei "Misteri di Taranto" e soprattutto due opere settecentesche, una lignea ed una in cartapesta, che raffigurano San Vincenzo Ferreri. Chiesa di San Michele Arcangelo . Costruita nel 1928 per volontà di Concetta Carlucci in seguito ad una visione in cui veniva invitata a risvegliare il culto del Santo nella città. La struttura, molto semplice, è stata arricchita recentemente da un portale bronzeo sovrastato da una lunetta con un bassorilievo raffigurante san Michele Arcangelo, opera dello scultore Cosimo Giuliano da Latiano e da una statua che raffigura Concetta Carlucci. Altre chiese . • Chiesa di Santa Maria della Pietà, detta anche “chiesa dell'Ospedale”; • Chiesa di Santa Rita; • Chiesa di Santa Teresa. Insediamenti rupestri . Numerosi sono gli insediamenti rupestri nel territorio sanvitese realizzati da monaci bizantini fuggiti da Oriente perché perseguitati a causa del loro culto. Trovarono rifugio nel territorio sanvitese, risalendo il canale Reale e stabilendosi in armonia con i contadini del luogo: Grotta di San Biagio . San Biagio, che si trova nei pressi dalla masseria Jannuzzo, è un santuario monastico bizantino collocato in un vero e proprio villaggio rupestre. La chiesa, di rito ortodosso, è stata ricavata all'interno di una grotta. Presenta anche le celle destinate ai monaci, tuttavia nel tempo ha subito notevoli trasformazioni. Come tutte le chiese scavate lungo l'ultimo tratto della via Francigena, il santuario di San Biagio presenta al suo interno affreschi votivi dedicati a santi tipici del culto orientale come san Biagio, san Nicola e sant'Andrea ma anche santi latini, come san Giorgio, san Giacomo e san Giovanni. Le iscrizioni poste sulle iconografie, sono tutte in greco tranne una: quella di san Nicola, la quale presenta anche l'iscrizione in latino in segno di unità religiosa tra la chiesa ortodossa e quella latina. Altri insediamenti . Cripta di San Nicola San Nicola[15], in contrada San Nicola-Malpasso, si trova a metà strada tra San Vito e Serranova. La cripta e le quattro grotte annesse sono situate in una piccola vallata, in parte scavata nella roccia, in parte costruita in tufo. All'interno si trova l'immagine di San Nicola e sulle pareti in tufo si notano tracce di affreschi. Cripta di San Giovanni San Giovanni[16] è un insediamento rupestre composto da diverse grotte, di cui alcune parzialmente crollate, nelle quali sono state ritrovate due piccole celle con tracce di graffiti. Un'altra, quasi completamente interrata, è divisa in sette bracci laterali che confluiscono in un corridoio centrale. La cripta presenta, inoltre, un pilastro centrale su cui poggiano tre archi a tutto sesto. La parte affrescata, risalente presumibilmente al XIII secolo, si trova nell'abside centrale. Cripta di Santa Maria di San Giacomo al casale Santa Maria[17] si trova nell'omonimo antico casale che fu abbandonato già nel XV secolo. Scoperta in seguito al recente ripopolamento del casale sotto l'antica chiesa, all'interno presenta un affresco della Vergine col Bambino. Architetture civili . Reperti archeologici . Negli anni novanta, appena fuori il centro abitato, precisamente in contrada Castello d'Alceste, sono state ritrovate tracce di costruzioni risalenti all'età del ferro e, successivamente alla terza campagna di scavi, un ampio insediamento messapico presumibilmente risalente al periodo tra il VII e IV secolo a.C.[18] tale sito potrebbe diventare il primo archeodromo d'Italia. La zona archeologica è stata oggetto di alcune campagne di scavi realizzate dall'Amministrazione Comunale di San Vito dei Normanni, la Soprintendenza Archeologica di Taranto e il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento. Architetture militari . Castello . Il Castello Dentice di Frasso, di fattura medievale[19], con la sua antichissima torre quadrata, si affaccia sulla piazza principale del paese, proprio di fronte al Municipio. L'accesso originario avveniva attraverso un ponte levatoio che si abbassava dalla finestra situata sulla porta della cappella. La prima costruzione fu senz'altro la torre, ritenuta di età normanna e risalente al XII secolo. Costruita da Boemondo d'Altavilla nell'XI secolo, si trovava in una posizione strategica sulla via consolare che da Carovigno passava per il casale di San Vito e giungeva per la via Vecchia per Oria. Essa, perfettamente integra, ancora oggi domina il territorio di San Vito. La torre presenta merli di tipo guelfo e aperture strette che consentono l'illuminazione dei tre ambienti interni posti l'uno sopra l'altro. Intorno alla torre vi è un ampio cortile in cui si affaccia la costruzione cinquecentesca della residenza, caratterizzata da una serie di beccatelli ed eleganti finestre rettangolari. Il castello fu probabilmente costruito in origine come residenza di caccia, essendo una volta il territorio di San Vito completamente ricoperto da boschi. L'ingresso al palazzo è costituito da un arco a sesto acuto, sulla cui sommità è collocato lo stemma della famiglia Dentice. Notevole la scalinata in pietra che conduce ad una veranda colonnata, su cui poggiano tre archi a tutto sesto. Nel suo interno conserva sale decorate, tele, trofei di caccia e l'Archivio Storico, recentemente restaurato. Ancora oggi il castello è di proprietà privata e abitato dai discendenti della famiglia Dentice di Frasso.
Piazze principali • piazza Papa Giovanni Paolo II[20]; • piazza Leonardo Leo; • piazza Giosuè Carducci. Piazze della parte moderna • piazza J. e R. Kennedy; • piazza Lanza del Vasto; • piazza Sandro Pertini; • piazza Aldo Moro; • piazza Arturo Toscanini. Luoghi naturali La Villa comunale L'unico polmone verde della città è la Villa Comunale, chiamata dai Sanvitesi la Pineta a causa della presenza di grandi pini marini, vi si possono trovare anche numerose palme. Il parco è al centro della città e circonda la scuola primaria I circolo. Natura e ambiente circostante La città è immersa nelle campagna con le sue tinte forti: la terra rossa, il bianco dei muretti a secco, il verde delle distese enormi di alberi di ulivo rotte solo da vigneti e mandorleti e l'azzurro del mare. A pochi chilometri dalla città si trova Torre Guaceto, una Riserva Naturale WWF dello Stato la cui estensione è di circa 1.200 metri quadrati e un fronte marino che si sviluppa per circa 8.000 m L'area marina è rappresentata da un rettangolo ideale, con una profondità media di 3.000 metri, attraversata e divisa dalla Strada Statale 379. La riserva presenta una natura incontaminata, infatti non sono ammessi mezzi a motori: è visitabile solo a piedi o in bicicletta.
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diSan Vito dei Normanni
Caseificio nel Comune di San Vito dei Normanni Tot: (1) -
Ristoranti nel Comune di San Vito dei Normanni Tot: (3) -
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie nel comune di San Vito dei Normanni
San Vito dei Normanni (Comune) -
Caseificio Lanzillotti (Caseificio) -
Dopo Domani Smetto (Ristoranti) -
Gin Fizz Coffee And Soul (Ristoranti) -
Boo Caffetteria e Bollicina (Ristoranti) -