Comuni
Comune di Villa Castelli
Villa Castelli
CENNI GEOGRAFICI
Il territorio comunale si estende per 34,58 km2 nella la parte sud-occidentale dell'altopiano delle Murge, tra la valle d'Itria e il Salento, in una zona collinare al confine con la pianura salentina. Il comune si trova a 30 km da Taranto e a circa 45 km da Brindisi; confina con Grottaglie (distanza 5 km), Ceglie Messapica (8 km), Francavilla Fontana (12 km) e Martina Franca (16 km). Orografia . Buona parte del centro abitato è sito in area collinare e poggia su un orlo di scarpata, tra i colli Fellone, Scotano e Castello, che costituiscono l'85% del territorio. I colli fanno parte dell'altopiano delle Murge e come questo formati da calcare di Altamura alternato a limitate formazioni di calcari dolomitici e di depositi di sabbie calcaree poco cementate, per lo più nelle zone discendenti. Le frazioni situate in zona pianeggiante sono San Barbato Lamie e Pezza delle Monache Centrale, nelle immediate vicinanze di Grottaglie, e coprono il 15% del territorio comunale. • Classificazione sismica: zona 4 (sismicità irrilevante), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 Speleologia . Sono presenti alcune grotte naturali: la grotta di Montescotano[4], la grotta di Facciasquata , le grotte di Barcari e di Malecantone, la grotta Cuoco, la grotta Monte Fellone[6] abitata dal Neolitico al III secolo e la grotta del Sacramento. . Nella grotta di Montescotano furono rinvenute numerose lucerne di età romana, che hanno fatto supporre la presenza di rituali religiosi tra il II e il III secolo a.C. Idrografia . Il corso d'acqua più importante nasce dalla sorgente sita in contrada Antoglia, nell'agro di Villa Castelli, detta Fonte Strabone, ma nota nella documentazione antica come Fonte dei Grani. La sorgente dà origine al Canale Reale che sgorga a nord della chiesa di Santa Maria dei Grani, nel territorio di Francavilla Fontana e dopo un percorso di quasi 40 km attraverso i territori dei comuni di Oria, San Vito dei Normanni e Carovigno sfocia nell'oasi di Torre Guaceto. Biohabitat . Flora . La vegetazione si compone di uliveti e querceti alternati a tratti di macchia mediterranea. Nelle vallate intercollinari si trovano legnami pregiati, funghi, corbezzoli, mirti, carrubi. La gravina, facente parte del parco naturale regionale Terra delle Gravine[9], costituisce il giardino botanico comunale, ricco di macchia mediterranea e di altre piante endogene. In contrada Monte Scotano si trova il Bosco dei tordi, su una superficie di circa di due ettari, dove si trovano lecci e roverelle centenari; il sottobosco è costituito da macchia mediterranea. Fauna . La fauna è caratterizzata dalla presenza di lepri, volpi, ricci (specie protetta), chiocciole, falchi, pettirossi, tordi, merli (compresi i rari merli dal becco giallo, considerati specie protetta), Rondini e diversi rapaci notturni civetta, gufo, assiolo e barbagianni e pipistrelli che trovano rifugio nelle numerose grotte. Clima . Il clima del territorio comunale è, come per il resto dell'arco ionico-tarantino e delle Murge, tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati temperate. Le temperature medie in inverno registrano valori di 4-6 °C, nel mese di gennaio si registrano minimi negativi e nevicate. In estate si hanno temperature medie intorno ai 30 °C. Le precipitazioni sono abbondanti. • Classificazione climatica: zona C, 1286 GG Nella tabella sottostante sono riportati i valori medi che si registrano a Villa Castelli.
CENNI STORICI
Origini . Sulle origini della presenza umana era stato teorizzato uno stanziamento nel territorio di gruppi di Arii e di Liguri . Per la preistoria sono stati accertati almeno tre nuclei insediativi nel territorio, uno a Monte Scotano, un altro a Monte Fellone e un ultimo, più noto, a Pezza Petrosa. Nel caso di Monte Fellone, l'allevamento di cavalli risale al neolitico, fenomeno alquanto raro per il Sud Italia e quasi unico in Puglia. . Il territorio presenta, inoltre, numerose specchie, in corrispondenza di confini tra i territori messapi e tarantini . I ritrovamenti nella grotta di Facciasquata degli inizi degli anni settanta attestano la frequentazione umana in epoca neolitica e nell'età del bronzo. Altri ritrovamenti databili tra il II secolo a.C. e il III secolo d.C. si sono avuti presso la grotta di Montescotano, compresa una "sala delle lucerne", un possibile luogo di culto romano-pagano . Il sito archeologico più studiato del territorio comunale è sito in località Pezza Petrosa dove è stata rinvenuta una necropoli, costituita da oltre trenta tombe, datata al IV-III secolo a.C., con corredi funerari costituiti da reperti di ceramica decorata e oggetti in bronzo, attualmente depositati in parte presso il Museo nazionale archeologico di Taranto ed in parte presso il museo civico comunale. Gli scavi hanno identificato nei pressi del sito, resti di un abitato, con possibili tracce di mura difensive in blocchi, datati a dopo la metà del IV secolo a.C. L'abitato fortificato potrebbe riferirsi ad un villaggio dei Messapi divenuto dopo la conquista da parte di Taranto un phrourion, avamposto militare, del sistema difensivo tarantino. In passato era stata ipotizzata un'identificazione dei resti archeologici con la città di Rudiae patria di Quinto Ennio . Pochi metri a nord della necropoli, sono state rinvenute tracce di una cisterna di età altomedievale. Medioevo . Nel corso del Medioevo il fortilizio, presso il quale sorgeva un piccolo casale, si trovava al limite tra i territori longobardi e bizantini, costantemente in conflitto tra loro, ed apparteneva alla gualda del feudo di Oria . Malgrado l'intervento nel feudo di Oria dell'imperatore Ludovico II nell'867, nel IX e X secolo, il borgo, fu sottoposto alle incursioni saracene. Sono testimoniati ritrovamenti di monete del X secolo raffiguranti l'imperatore bizantino Costantino VII. Nello stesso periodo si insediarono lungo il corso del Canale Reale comunità di monaci basiliani, provenienti dai territori dell'Impero bizantino. Dopo la conquista normanna con Umfredo d'Altavilla, alla metà del XI secolo , i basiliani furono progressivamente sostituiti dai monaci benedettini ed il territorio entrò a far parte della signoria normanna del principato di Taranto, mentre la diocesi di Oria (dove convivevano rito bizantino e rito latino) venne inglobata nell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. In età normanna compare negli atti notarili il toponimo di Castellum Caeje, indicante un territorio fortificato tra Oria e Ostuni . Nella seconda metà del XIII secolo era in possesso di Monte Fellone Glicerio de Persona che parteggiò per Corrado IV contro gli angioini e con la vittoria di Carlo I d'Angiò fu messo a morte nel castello di Brindisi insieme ai figli nel 1269. Nel XIV secolo il tessuto urbano dell'odierna Villa Castelli era segmentato in piccoli nuclei insediativi tra i quali Montescotano, Montefellone, il casale che sorgeva attorno alla Torre degli Antoglietta e il nucleo di Castelli. Nel 1307 i Nantoil, poi Dell'Antoglietta , presero possesso delle terre dell'ampio feudo di Oria e della piccola universitas di Francavilla Fontana . Per tutta la durata della loro signoria i Dell'Antoglietta incrementarono la pressione fiscale sul clero e sulle famiglie ricche con l'introduzione di uno "stallio". I feudatari procedettero ad una massiccia attività di edilizia militare difensiva, con vaste opere di fortificazione atte ad un più sicuro controllo del territorio ristrutturando l'antico forte (oggi municipio) e costruendo ex novo alcune torri nel feudo compresa quella dell'Antoglia. I feudatari procedettero inoltre all'incremento della produttività nel settore dell'economia agricola. Età moderna . Nel 1455 Giacomo Dell'Antoglietta cedette il casale. insieme a Francavilla Fontana, a Giovanni Antonio Orsini Del Balzo in cambio di vasti possedimenti a Fragagnano. Il 7 settembre del 1500 Federico d'Aragona concesse il possesso del marchesato di Oria a Roberto Bonifacio, che aggiunse col successivo acquisto del 1517 Francavilla e Casalnuovo (Manduria) . Il duca di Oria Giovanni Bernardino Bonifacio, umanista italiano vicino al pensiero di Erasmo da Rotterdam venne successivamente perseguitato dall'inquisizione e costretto a rifugiarsi prima in Francia, poi in Inghilterra e infine in Prussia, muore a Danzica nel 1597 lasciando alla città un considerevole patrimonio librario. La famiglia genovese degli Imperiali nel XVII secolo acquistò insieme alla torre dell'Antoglia anche la fortezza medievale di Monte Castelli, trasformandola in residenza estiva ed impiantando nel territorio una stazione per l'allevamento di cavalli di razza murgese . Il duca di Monteiasi e intendente di Terra d'Otranto, Gioacchino Ungaro, economista e letterato , nell'anno 1793, morto nel 1782 senza eredi Michele Imperiali, acquistò le masserie Pezza della Corte e Antoglia, insieme alla vasta zona dei Castelli . I terreni vennero concessi in piccoli lotti ai braccianti dei paesi vicini e si andò creando un consistene nucleo abitato intorno al castello sorto sull'antica fortificazione, che fu ristrutturato ed adibito a palazzo ducale. . Il duca trasformò le stalla del castello in una cappella dedicata al Santissimo Crocifisso, che nel 1830 venne eretta in parrocchia succursale. Territorio estraneo a queste dinamiche è Monte Fellone parte del ducato della famiglia Caracciolo di Martina. L'aristocrazia perde gran parte dei suoi privilegi nel 1808 con le Leggi eversive della feudalità di Giuseppe Bonaparte. L'economia del borgo tra XVI e XVIII secolo si fondava prevalentemente sulla pastorizia e sull'agricoltura e ruotava intorno a masserie fortificate . Fenomeno importante per le attività commerciali era la transumanza, con lo spostamento di greggi e mandrie dalla Valle d'Itria al Salento attraverso le Murge. In occasione del passaggio dei mandriani si organizzavano fiere annuali. Nel territorio comunale sono ancora presenti una serie di antichi tratturi. Ottocento e Novecento . Per tutta la durata del Regno di Napoli, la parte più consistente dell'odierna Villa Castelli fu territorio di pertinenza di Francavilla Fontana mentre Monte Fellone restava frazione di Martina Franca e Monte Scotano di Ceglie Messapica. Il 12 gennaio 1818 nel territorio dei "Castelli" il prete brigante Ciro Annicchiarico, anche noto come Papa Ciro, promotore di una "Repubblica salentina" e fondatore della "setta dei decisi", una società armata in veste repubblicana e massonica , disarmò i fucilieri reali che si recavano ad Ostuni . Il 22 Maggio 1830 Villa Castelli veniva citata in una lettera del vicario generale, l'arcidiacono Giuseppe Lombardi, difatti la la parrocchia, succursale della Matrice di Francavilla, costituiva l'unico caso diocesano di chiesa di campagna creata per far fronte alle esigenze spirituali di un buon numero di abitanti che si erano stabiliti nel territorio tra Ceglie e Francavilla sino a diventare un vero centro urbano . Nel 1871 un padre cappuccino nominato parroco presentò richiesta presso la provincia di Terra d'Otranto del passaggio della frazione di Villa Castelli dal comune di Francavilla Fontana a quello di Grottaglie . Le richieste per la formazione di un comune indipendente partirono dal 1919 con la formazione di un apposito comitato, con alla guida i "Democratici e Liberali". Gli scontri verbali durante le sedute del consiglio comunale di Francavilla diventarono sempre più accesi. In seguito alla delibera della Camera dei deputati del Regno d'Italia in data 25 maggio del 1923 partì ufficialmente l'iter per l'autonomia comunale. La tensione con il capoluogo Francavilla culminò con manifestazioni di piazza del giorno della Pasquetta del 1925, durante le quali venne attaccato pesantemente il sindaco di Francavilla Luigi Andriani. I residenti di Monte Fellone e di Specchia Tarantina , oggi frazioni del comune di Martina Franca, e di Mannara, frazione che tuttora segna il confine con Grottaglie permisero di raggiungere la quota di 4000 votanti. L'istituzione del nuovo comune fu ufficializzata nel 1926 con la consegna dello stemma araldico comunale . Fu nominato primo amministratore il cavaliere Raffaele Ostillio di Taranto. Il 17 luglio del 1980 , durante una manifestazione contro il caporalato, i caporali dopo ripetute minacce di morte tentarono di investire i lavoratori e i sindacalisti di Villa Castelli e il 21 luglio otto caporali armati di pistola aggredirono i sindacalisti della CGIL e assaltarono la sede locale del sindacato .
DA VISITARE
Castello . La più antica torre di età medievale è attribuibile al processo di fortificazione del feudo sottoposto al controllo di Oria, promosso dalla famiglia Dell'Antoglietta (allora de' Nantoil) dal 1307. Il castello domina dall'alto dell'ultimo colle delle Murge la pianura salentina. Si tratta di una residenza castellana in tufo è stata più volte rimaneggiata . La torre è stata ristrutturata, ampliata ed adibita a fortificazione nel 1450 dal principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo. Passò quindi al marchese di Oria Giovanni Bernardino Bonifacio, nel XV secolo. Nel XVIII secolo la famiglia Imperiali acquistò la fortificazione, caduta in stato di abbandono già nel XVI secolo, trasformandola in residenza estiva e impiantando un allevamento di cavalli di razza murgese. Con il passaggio alla famiglia Ungaro la fortificazione fu adibita a palazzo ducale. In seguito il castello venne affidato al castellano Antonio d'Arco. . Sono ancora visibili caratteristiche di età tardo-medievale e rinascimentale. Conservò sino alla fine del XVIII secolo le merlature ed i cannoni, successivamente rimossi. Nel 1822 parte delle scuderie fu utilizzata per la realizzazione di una cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso. Nel 1830 la chiesa venne elevata a parrocchia e consacrata dal vescovo di Oria. Nel corso del Novecento l'edificio è stato adibito a caserma ed a scuola. Parzialmente ristrutturato è oggi sede del municipio , della galleria d'arte comunale e del museo archeologico municipale. Una piccola porzione della struttura è di proprietà privata, mentre la parrocchia detiene un'ala del castello in fase di restauro. La facciata settentrionale è stata più volte rimaneggiata, mentre quella meridionale conserva, totalmente inglobato nel complesso architettonico, l'antico mastio, oggi sede della Sala del Consiglio. Monumento ai caduti . In piazza Municipio sul lato frontale del castello è posto un monumento in stile liberty, raffigurante Nike dea della Vittoria, in memoria dei concittadini caduti al fronte durante la prima guerra mondiale. Torre Dell'Antoglietta . Si tratta di una torre merlata del XIV secolo protetta da alte mura di corte. Venne costruita dalla famiglia feudataria dei Nantoil, poi Dell'Antoglietta , come parte del complesso sistema difensivo di Oria e Francavilla Fontana. La torre venne ampliata nel corso del XVIII secolo con la costruzione di stalle indipendenti, di una porta nuova, di una villa rustica e di una masseria. Chiesa di Santa Maria Immacolata . Eretta nel 1823 e dedicata a santa Filomena di Roma, si colloca lungo corso Vittorio Emanuele II . Con l'istituzione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria, proclamato da papa Pio IX nel 1854, nacque nel 1893 anche a Villa Castelli, la confraternita dell'Immacolata, alla quale si aggiunsero il terz'ordine Francescano e l'istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. La chiesa venne acquistata dai confratelli nel 1894 e donata alla diocesi di Oria. Nel 1896 erano presenti un unico altare e tre statue dedicate a san Francesco d'Assisi, santa Filomena di Roma e santa Maria Immacolata. Nel 1917 la cappella laterale fu dedicata a sant'Antonio da Padova con la costruzione di un ulteriore altare e la collocazione di una statua del santo di Padova. L'edificio è costruito in muratura in pietra calcarea. La chiesa è dotata di portale unico dominato da un rosone circolare e di un campanile a vela sormontato da un timpano. La pianta è a croce latina, con un'unica navata coperta da volte a crociera. Le caratteristiche architettoniche nel complesso richiamano lo stile delle chiese delle Murge e della Valle d'Itria e della chiesa di Santa Maria di Scola Nova di Trani. Chiesa di San Vincenzo de Paoli . I lavori per la Chiesa Nuova iniziano nel 1898 la costruzione viene realizzata attraverso donazioni private con un forte contributo di tre razionali a cui si sommano piccole cifre offerte dal resto della popolazione e lavoro volontario. La costruzione risentì di notevoli ritardi e si registrarono una serie di disavanzi di fondi. Progettata dall'ingegnere Luca Di Castri in stile eclettico e intitolata a san Vincenzo de Paoli, venne finalmente benedetta nel 1938 . Consacrata da Mons. Marcello Semeraro il 29 novembre 1998 L'elevato è costruito in tufo e in pietra di mazzaro, con ornamenti in pietra bianca. La facciata è scompartita da contrafforti, che seguono la divisione interna in tre navate, ed è dotata di tre portali. Nella parte alta al centro è un rosone affiancato da trifore. La pianta è a croce latina, con tre navate, quella centrale e il transetto coperte da una volta a botte, mentre volte a crociera coprono le navate laterali, poggiando su piloni cruciformi . Il campanile è inserito sul lato orientale con cuspide accentuata e richiama le forme del gotico. La cupola è rivestita in mattonelle policrome. Chiesa del Santo Crocefisso . E' la più antica struttura religiosa del centro abitato. Nel 1822 parte delle scuderie fu utilizzata per la realizzazione di una cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso. Nel 1830 la chiesa venne elevata a parrocchia e consacrata dal vescovo della Diocesi di Oria. L'ala del castello che la circonda venne concessa all'uso dal duca Carlo Ungaro all'arcidiocesi di Taranto in cambio della celebrazione delle messe in suffragio dei suoi antenati nella cattedrale di San Cataldo. Nel periodo di attività contava oltre all'altare maggiore altri cinque altari e dieci statue . La chiesa misura 21x10,5 metri ed è dotata di due piccole cappelle ed una sagrestia. Attualmente chiusa al culto, ospita sporadicamente attività socio-culturali. L'edificio è in fase di ristrutturazione. Santuario del Calvario . Ai piedi del Montecalvario, sul quale sorge il palazzo ducale, è presente un santuario che ospita una statua del Cristo nel sepolcro. Gravina . Il comune è attraversato da una gravina parte del Parco naturale Terra delle Gravine, oggetto di continui lavori di rivalutazione e recupero a partire dal 1990 al 2010 e area protetta dal 2005. Oggi costituisce il giardino botanico comunale. Al centro della gravina, sul versante occidentale, si trova un frantoio ipogeo, il frantoio del ducale risalente al XVIII secolo e realizzato nelle grotte della gravina. Viadotto dell'Impero . Negli anni trenta la gravina venne superata da un ponte a nove arcate in pietra, realizzato da maestranze locali. L'obiettivo era quello di aprire un nuovo fronte di urbanizzazione per il comune. La zona di espansione Lizzito viene subito dotata di una scuola elementare e di una caserma. Borgo dei trulli . Sino agli inizi del 900, sul modello di Alberobello, il centro abitato di Villa Castelli era costituito prevalentemente da trulli. Il Borgo dei Trulli, di cui oggi restano poche costruzioni, si sviluppava in Via Masaniello (oggi Via delle Rose) e Largo Chiesa Vecchia, a questi si aggiungeva un secondo nucleo in via della Rupe tarpea a ridosso della gravina e un terzo a nord nel Rione Belvedere in via Alfieri e via Seneca. L'assetto urbanistico, sino ai primi del novecento, è totalmente diverso dall'attuale. Corso Vittorio Emanuele e Piazza Municipio erano zona agricola e il borgo si arroccava sul Monte Castello. Gran parte della popolazione viveva nelle campagne circostanti dove i trulli sono ancora oggi numerosi. Costruzioni rurali . Sono presenti alcune cappelle rupestri[48] e numerose cappelle votive costruite sul ciglio delle strade , per lo più erette tra l'inizio dell'Ottocento e gli inizi del secolo successivo. Si conservano inoltre alcune specchie, tra cui la "specchia Puledri" (90 m per 7 m di altezza) e la "specchia Facciasquata". Masserie . Nel territorio si trovano numerose masserie, alcune delle quali fortificate: • "Antoglia" Torre medievale del XIV secolo. • "Fallacchia", che conserva tracce delle originarie strutture difensive. Qui venne ambientata l'opera teatrale Niccu Furcedda dello scrittore settecentesco Girolamo Bax[50]. • "Sciaiani Piccola", risalente al XVIII secolo e trasformata in agriturismo: si tratta di un aggregato di trulli e pagliai che ruotano intorno ad una struttura leggermente più grande. In cima ad alcuni dei trulli della masseria sono presenti pinnacoli a stella di David. • "Puledri", ampliata nel XVIII secolo , prevalentemente attiva in passato nell'ambito dell'allevamento di cavalli. • "Montescotano" nei pressi dell'omonimo colle, i cui terreni sono citati in atti notarili del XVII secolo relativi a Ceglie Messapica • Altre masserie fortificate di "Abate Carlo", "Carnevale", San Barbato, "Renna", "Tagliavanti" e "Sant'Eramo". Siti archeologici . • La necropoli di Pezza Petrosa a circa 2 km dal centro, sulla strada provinciale Villa Castelli - Grottaglie. • La sala delle lucerne è in località Monte Scotano a circa 1,5 km dal centro sulla strada provinciale Villa Castelli - Ceglie Messapica • Necropoli di Pezza le Monache circa 1,5 km dal centro sulla strada provinciale Villa Castelli - Grottaglie. • La grotta di Monte Fellone è nell'omonima località a circa 5 km dal centro sulla strada provinciale Villa Castelli - Martina Franca
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diVilla Castelli
Agriturismi nel Comune di Villa Castelli Tot: (1) -
Bed and Breakfast nel Comune di Villa Castelli Tot: (1) -
Ristoranti nel Comune di Villa Castelli Tot: (2) -
Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie nel comune di Villa Castelli
Villa Castelli (Comune) -
Villa Antoglia Ristorante Pizzeria (Ristoranti) -
Agriturismo Masseria Sciaiani Piccola (Agriturismi) -
Bar Pizzeria Da Gianni (Ristoranti) -
B&B Casa Nisi (Bed and Breakfast) -